La pavimentazione della Cappella Palatina è realizzata in opus sectile, composto da minuscole tessere marmoree che, guardando attentamente, presentano diversi colori e svariate forme e sfumature. I grandi tondi di porfido, ad esempio, derivano da sezioni circolari di colonne antiche di spoglio.
Sfiorando con le mani le tessere che compongono il pavimento si possono seguire i perimetri delle forme e gli schemi che le maestranze orientali e del mediterraneo hanno realizzato per la Cappella Palatina. Nel pavimento, infatti, convivono schemi reticolari complessi che, intrecciandosi, formano poligoni stellati, elementi tipici dell’architettura nord africana ed egiziana del XII secolo e l’opus sectile, dalla tradizione musiva bizantina. Nastri, elementi circolari, si intrecciano tra loro in un tripudio di forme e colori.
Vi sembra di udire i dialoghi delle persone che, durante il regno di Ruggero II, si recavano nella Cappella Palatina per assistere alla santa messa? Si tratta di pochi intimi tra la cerchia del re. Ascoltate: le dame, con fare civettuolo, commentano i loro abiti sfarzosi, impreziositi da gemme e cammei, finemente ricamati nel laboratorio di Palazzo Reale: il tiraz; mentre gli altri membri della famiglia reale, con lo sguardo all’insù, intrecciano tra loro dialoghi riguardanti la magnificenza del ciclo musivo.