L'esterno del Duomo
Monreale

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

Fin dalla sua origine, il Duomo di Monreale era collegato a tutti gli edifici circostanti, a partire dal chiostro, adiacente, a meridione, al lato destro della chiesa, fino al monastero che la lambiva con la sua ala settentrionale.

Il cortile centrale del chiostro è canonicamente definito con un giardino, in cui non vi sono poste a dimora essenze floreali perché caduche; i fiori invece sono scolpiti nei capitelli, nella eterna natura della pietra. Il giardino, secondo la tradizione, è suddiviso in quattro parti dove sono piantati altrettanti alberi simbolici, il fico, il melograno, l’ulivo e la palma. Le prime due piante, il fico e il melograno, in quanto storiche, si riferiscono all’Antico Testamento. Il fico si trova a sud-est e simboleggia il giardino dell’Eden; a nord-est prende posto il melograno, nel giardino del Cantico dei Cantici. Per il Nuovo Testamento si nota la presenza delle piante simboliche: a nord-est l’Ulivo, allegoria del Getsemani e della futura Pasqua; a sud-ovest la Palma, nel giardino dell’Apocalisse.

La ricca decorazione esterna delle tre absidi semicircolari della Cattedrale, rivolte ad est, era collegata alla facciata orientale del Palazzo Reale, di cui ne continuava il maestoso ritmo compositivo.

Decorazioni absidi esterne
Le tre absidi esterne semicircolari della cattedrale, rivolte ad est, si caratterizzano per una ricca e originale decorazione. L’insieme ordinato delle molteplici modanature che compongono, con andamento equilibrato, le pareti esterne delle absidi, è formato da archi ogivali, meno alti in crescendo, che si intersecano, reciprocamente, sugli stessi assi con ritmo sinuoso. Il contrasto di colori è reso ancora più vivace dall’utilizzo del calcare bruno, del tufo lavico grigio nero proveniente dal Vesuvio, fino ai laterizi rossi impiegati nelle sottili fasce orizzontali, a cui fa da contrasto la calda tonalità bruno dorata del sottofondo. La presenza di colonnine sottostanti agli archi ogivali, decorate con capitelli di sobria fattura che si insinuano tra le variegate partiture geometriche, scandisce il movimento verso l’alto, sia all’esterno che all’interno, delle membrature architettoniche delle absidi.

La scelta di dare particolare rilievo alla composizione ornamentale delle architetture disposte ad oriente era dettata dalla volontà di esaltare la parte più nobile dell’edificio situata nell’area del santuario. L’insieme ordinato delle molteplici modanature che compongono, con andamento equilibrato, le pareti esterne delle absidi, è formato da archi ogivali , meno alti in crescendo, che si intersecano, reciprocamente, sugli stessi assi con ritmo sinuoso, quasi a comporre una silenziosa melodia. Il contrasto di colori sembra costituirne il partito musicale, animato dalle note del calcare bruno, del tufo lavico grigio nero proveniente dal Vesuvio, fino ai laterizi rossi impiegati nelle sottili fasce orizzontali. A mitigare questo variegato concerto di colori, si insinua la calda tonalità bruno dorata del sottofondo. La presenza di colonnine sottostanti agli archi ogivali, decorate con capitelli di sobria fattura che si insinuano tra le variegate partiture geometriche, scandisce il movimento verso l’alto, sia all’esterno che all’interno delle membrature architettoniche delle absidi.
Rispetto alla ricchezza delle tre absidi, il resto dell’edificio, a partire dal transetto , dalle navate fino alla facciata principale orientata ad Occidente, presenta una volumetria semplice e austera, con ornati parietali lineari che riproducono la classica sequenza di archeggiature cieche. Esse modulano, a ritmo regolare, le facciate laterali poste a meridione e a settentrione.
Una decorazione più articolata che, in qualche modo, richiama la omologa facciata del Duomo di Cefalù , si ritrova nella parete occidentale dove, al di sopra del portale marmoreo, si apre il grande finestrone inserito all’interno dell’apparato decorativo.Esso è composto da archi ogivali che si intersecano tra loro, lasciando spazio a tondi contenenti disegni geometrici di diverso tipo messi in risalto da tarsie bicrome.

Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne

Il cimitero dei re

Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico

L’Ecclesia munita

I mosaici delle absidi

Un albero pieno di vita

La grande restaurazione

Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme

La cappella di san Benedetto

Palermo felicissima urbe

Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme

Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie

Una nuova cattedrale

Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale

Le torri e la facciata occidentale

Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale

La decorazione musiva

Le cattedrali dei Re

Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli

Una controversa interpretazione

L’equilibrio tra architettura e luce

Il substrato culturale attraverso il tempo

Il coro: cuore pulsante della cattedrale

La Cattedrale di Gualtiero

I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia

Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano

L’impronta del re

Due torri inizialmente simili, variate nel tempo

Un palinsesto della Storia

La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale

I mosaici del Presbiterio

Da Moschea a Cattedrale

Il disegno strategico di Ruggero II

Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche

La navata più lunga

Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari

La cappella perduta

La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente

Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica

La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale

La Cappella di S. Maria Maddalena

Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon

Un popolo venuto dal Nord

Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate

Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo

Un soffitto mirabile

La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio

Le navate laterali

Uno spazio tra visibile ed invisibile

La Bibbia scolpita su pietra

La facciata decorata

Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo

Le funzioni di culto

I sarcofagi in porfido: regalità e potere

Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio

La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo

Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede

La cappella ritrovata

Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale

Elementi artistici nella nave di Pietro

Le trasformazioni nei secoli

La cattedrale nei secoli

Il progetto originario

Sotto le crociere del Bema

La madonna Odigitria

Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche

Il portico meridionale

Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro

La Bibbia di Pietra

L’area del Santuario

Oltre l’armonia delle proporzioni

Ricognizione delle tombe reali

La cappella dei Re

La quadratura del cerchio

Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo

La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici

Le decorazioni interne

Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli

L’inizio del cantiere

Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite

Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali

Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo