il contesto storico
La Zisa

Il parco del Genoardo, il giardino dei piaceri e della meraviglia

Palermo in età islamica e poi normanna era circondata da numerosi parchi e giardini, organizzati intorno a palazzi, monasteri e splendide residenze, sia invernali che estive.

4.Giardino esterno
L’odierno giardino della Zisa, inaugurato nel 2005, con una superficie di 30.000m2, è una distesa verde, ricca di fiori e pianti, che ricrea alla vista, lo splendore dell’antico giardino del Genoardo, considerato il Paradiso della terra. Tra i colori domina il bianco del marmo, proveniente dalle cave di Alcamo e Castellammare del Golfo, con il quale sono stati realizzati i percorsi pedonali e il canale dell’acqua.

In queste rigogliose distese verdi, anche grazie all’utilizzo di nuovi impianti di irrigazione di matrice araba, furono introdotti alberi, fiori e piante come cedri, limoni, arance, gelsomini. I giardini, sicuramente di derivazione persiana, si trovavano lontani dal centro urbano ed erano luoghi privilegiati per lo svago dei sovrani. Una interessante testimonianza è riportata nel Liber ad honorem Augusti di Pietro da Eboli , databile intorno al 1197, dove, in una pregevole miniatura raffigurante il parco del Genoardo si notano anche piante e animali esotici.Il Genoardo, che era uno dei parchi più importanti e ampi, nel periodo di Guglielmo II, si estendeva dalla città di Palermo, verso oriente, nella valle del fiume Oreto , fino a sud dove confinava con l’ Altofonte .

Il nome deriva dall’arabo Jannat al-ard, Giardino o Paradiso della Terra, e occupava tutta la parte occidentale della fertile piana di Palermo, quella che in epoca moderna verrà chiamata Conca d’Oro . Il parco viene descritto come un luogo di piaceri, ricco di suoni, profumi e colori, come i riyad persiani, grazie alla presenza di agrumeti, frutteti irrigati da acque perenni, fontane, sorgenti, vasche d’acqua circondate da palme e numerose specie di animali.
All’interno del Genoardo, vicino alle acque sorgive e posti a relativa distanza, c’erano dimore, palazzi e padiglioni: la Cuba , la Zisa, la Cuba Soprana , la Cubula , o piccola cuba, il Menani e lo Scibene . Nel Parco del Genoardo ricade anche quello di Maredolce , nella campagna meridionale della piana di Palermo, costituito da Ruggero II e denominato anche Parco Vecchio. All’interno ospita il castello della Favara , dove fu costruito un lago artificiale, con al centro un’isola, per lo svago della pesca invernale.
Il Genoardo era via privilegiata di comunicazione con Monreale e con altri parchi regali tra cui il Parco Nuovo, oggi Altofonte, voluto da Ruggero II come riserva di caccia, sito in una posizione privilegiata, tra la Conca d’Oro e il golfo di Palermo. In questo luogo, nel 1153, il primo re di Sicilia fece edificare anche un palazzo , come residenza estiva, che, ancora oggi, è in parte visibile insieme alla piccola cappella dedicata all’Arcangelo Michele.
Dell’antico edificio, attualmente, rimangono soltanto tre arcate, la planimetria originale era composta da una serie di ambienti disposti intorno un cortile porticati con archetti a ogiva.
Il parco, invece, secondo le fonti antiche, era popolato di daini, caprioli, cinghiali per la caccia, ombreggiato da alberi e ricco di sorgenti d’acqua.

La conquista normanna della Sicilia e la nascita di un nuovo regno latino

I sensi raccontano il contesto storico la martorana

I sensi raccontano l’architettura e le decorazioni

Le decorazioni

La pavimentazione: forme, motivi e iconografia

I mosaici delle navate

I sensi raccontano il contesto storico Zisa

Il soglio reale

Le decorazioni del campanile

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce

Il Cassaro

I loca solatiorum: dimore per lo svago, il benessere e la caccia

Un crescendo architettonico

La dedica dell’Ammiraglio

L’antico convento della Martorana, storia di devozione e tradizione

Il tetto del Paradiso: una delle opere più rappresentative dell’arte medievale

I mosaici del transetto e delle absidi

Intrecci di saperi nella Palermo normanna

Un edificio costruito in un breve spazio di tempo

Il palazzo ritrovato

I sensi raccontano i restauri

L’involucro architettonico: la pianta a croce greca orientata verso la luce

I restauri

La cappella di San Pietro nel Real Palazzo

I sensi raccontano il soffitto

I sensi raccontano l’interno

I sensi raccontano la decorazione barocca

I sensi raccontano la pavimentazione

La veste architettonica e le trasformazioni nel tempo

I sensi raccontano il contesto storico

Il pavimento in opus sectile della Cappella Palatina

Lo spazio architettonico

La splendida Zisa e il suo giardino: solacium regi tra suoni, colori e profumi

Dall’oblio al recupero della memoria

Il Palazzo che fu dei re

Forme e colori del soffitto ligneo

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

I sensi raccontano l’archittetura

L’esterno barocco

Dal terremoto al crollo

L’interno della chiesa

I sensi raccontano l’architettura esterna e l’impianto originario

Il ritorno dell’acqua

La nascita del regno normanno

I sensi raccontano il ciclo musivo

Il parco del Genoardo, il giardino dei piaceri e della meraviglia

L’interno barocco

I sensi raccontano la Zisa nei secoli

L’oro e la luce: lo splendore dei mosaici della Cappella Reale