Nel 1130
Albiria
, moglie di
Re Ruggero II
, fece costruire una cappella, dedicata a Santa Maria Maddalena, quale mausoleo della famiglia reale. Tale costruzione seguì, di poco, l’edificazione di un’altra cappella, sorta a settentrione sul lato opposto, il 15 maggio 1129, per volere di Ruggero II dedicata alla
Deipara Incoronata
.
La cappella della Maddalena fu edificata a ridosso della Cattedrale, sul suo fronte meridionale, in corrispondenza dell’area del presbiterio, “
in cornu epistolae
”.
Si ha notizia di tale edificio perché riportata dalle antiche cronache e ben individuata nel diploma che, nel 1187, l’arcivescovo
Gualtiero
formulò, come supplica al Re, per chiedere l’uso della cappella, a seguito dei lavori di trasformazione del sacro tempio. La Cattedrale di Palermo, infatti, era rimasta pressoché immutata nella sua configurazione dal 1071, e quindi per quasi 100 anni, da quando i normanni, entrando in città, riportarono al culto cristiano la grande
Moschea Gami
, già in precedenza chiesa madre della città, nel periodo bizantino.
Di questa cappella, nel tempo, si persero le tracce e molti documenti, che ne potessero attestare la sua esatta collocazione, vennero smarriti intorno alla metà del XIX secolo. Nacque così il convincimento che la cappella fosse stata demolita in occasione di quei lavori. Né rimane la testimonianza, trascritta dal Sacerdote
Giovanni Maria Amato
, nel suo libro “De Principe Templo Panormitano”, del 1728, allorquando riporta il testo, del citato diploma dell’arcivescovo Gualtiero.