Intorno alla fondazione del Duomo di Monreale, durante il corso dei secoli, hanno preso forma diverse ipotesi, a partire da quella più conosciuta in cui si narra che Guglielmo II , colto da stanchezza durante una battuta di caccia all’interno del parco reale creato da Ruggero II , dopo essersi assopito sotto le fronde di un maestoso carrubo assistette, in sogno, all’apparizione della Vergine. Essa, dopo avergli rivelato il segreto di una “ truvatura ”, gli indicò che in quel punto, egli avrebbe dovuto innalzare un tempio a lei dedicato.
L’episodio, legato al sogno è stato, artisticamente, ricordato in una tela realizzata da Gioacchino Martorana , oggi al Museo Diocesano di Monreale, mentre la vicenda del ritrovamento di un tesoro è stata rappresentata nel grande dipinto di Giuseppe Velasco , che adorna lo scalone dell’ex complesso conventuale dei benedettini.
Una costruzione delineata da un multiforme sincretismo stilistico, come il Duomo di Monreale, oltre a sottolineare un evidente intento di favorire un’armonia politica tra diverse civiltà, rifletteva un profondo risvolto religioso del sovrano normanno, che riuscì a consolidare l’influsso cristiano occidentale, attraverso un proficuo e sereno dialogo con la cultura bizantino-orientale e quella musulmano-araba, a partire dallo stesso anno della sua incoronazione avvenuta nel 1172.
Accanto alla fabbrica del Duomo, circondata da un florido contesto naturale di appartenenza regia iniziarono nello stesso anno, i lavori per la fondazione del
palazzo reale
, a cui fece seguito, nel 1176, anche l’inizio del cantiere inerente all’adiacente
Monastero dei Benedettini
.
L’edificazione di tutto il complesso benedettino di Monreale sottende, inoltre, un intento auto celebrativo di Guglielmo II la cui impresa era rivolta a competere, in magnificenza, con la ricostruzione della Cattedrale di Palermo da parte dell’arcivescovo
Gualtiero
.Tuttavia, entrambi, pur sostenendosi per un consolidamento in Sicilia, della tradizione storica e religiosa latino occidentale, ambivano a finalità diverse. Il re normanno, tramite i mosaici dorati che decorano l’interno del Duomo di Monreale, manifestava l’importanza di un dialogo intimo, tra l’opera e l’osservatore, con i preziosi cicli figurati tratti dalle storie delle Sacre Scritture.
Al contrario, l’arcivescovo di Palermo si soffermò sulla bellezza esteriore della Cattedrale, quale simbolo di potenza dello spirito manifestato per mezzo di un ricco palinsesto di architetture.