Il mosaico con la Vergine Odigitria e collocato nella lunetta sopra l’ingresso principale, come a concludere il cammino del fedele verso la Salvezza, esplicato nell’intero ciclo musivo che percorre le navate, il presbiterio e le absidi del Duomo di Monreale. La Madonna Odigitria guida sulla strada del ritorno e accompagna amorevolmente il pellegrino che lascia la Cattedrale dove aver partecipato alla liturgia. Dal greco Oδηγήτρια, cioè “colei che conduce, o colei che mostra la direzione” è una delle iconografie più diffuse dell’arte bizantina. Nel mosaico di Monreale, Maria è avvolta in un abito scuro con intarsi dorati e tiene tra le braccio il Bambino, via di Salvezza, Luce e Vita Eterna. Il piccolo Gesù, benedicente, con un abito color oro e un nimbo gemmato, tiene tra le mani un rotolo aperto. Sotto l’icona si legge la scritta in latino “Sponsa tue prolis stella puerpera solis pro cuntis ora sed plus pro rege labora”, in cui si fa riferimento all’importanza della preghiera e del lavoro, come già espresso nella regola benedettina con la frase “ora et labora”, e si menziona il committente, re Guglielmo II.
Con il mosaico della Vergine Odigitria, collocata nella lunetta
sopra l’ingresso principale, si conclude il cammino verso la Salvezza, esplicato nell’intero ciclo musivo che percorre le navate
, il presbiterio
e le absidi
del Duomo di Monreale.
Nell’abside centrale del Duomo di Monreale, si manifesta ed emerge da un ricchissimo sfondo dorato il Cristo Pantocratore. Ieratico e solenne, il Cristo Pantocratore è raffigurato a mezzo busto e, come uno scrigno di luce divina, emana luce. Il Pantocratore, dal greco dominatore di tutte le cose, con la mano destra benedice i fedeli: le due dita arcuate simboleggiano la doppia natura di Cristo, quella divina e quella terrena, mentre le altre tre, unite, sono allegoria della Trinità. Questa posa della mano veniva utilizzata anche in epoca antica dagli imperatori romani quando chiedevano il silenzio. Con la mano sinistra tiene saldo il Vangelo. Il volume ha una pagina aperta, sia in greco che in latino, che riporta la frase “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non vivrà nelle tenebre”. Il Cristo Pantocratore, maestoso e con lo sguardo severo ma benevolo, orientato verso destra, si presenta coronato di un nimbo crociato a ricordare il suo sacrificio, riccamente decorato con gemme e gioielli. Ha i capelli lunghi e fluenti e l’incarnato roseo. Il Cristo Pantocratore è l’onnipotente, il Re dei Re, ha l’abito dorato/rosso simbolo della divinità e il manto blu simbolo dell’umanità. Con il suo grande abbraccio, di ben 11 metri che si sviluppa nell’abside, rappresenta sia Dio che l’uomo, accoglie e salva i fedeli. L’iconografia, di classica derivazione bizantina, si ritrova spesso nel medio oriente cristiano, ed è diffusa in tutto il meridione d’Italia in affreschi mentre in Sicilia è stato mosaicato a Monreale, Cefalù e Palermo. Le tessere sono disposte in modo quasi concentrico intorno al Pantocratore tali da creare campiture bidimensionali e astratte che rendono tutta la rappresentazione simmetrica, mistica e preziosa. Cristo è immerso in un cielo dorato e luminoso, uno scrigno di luce a cui ogni fedele, una volta entrato nella Cattedrale, si accosta in questo cammino verso la Salvezza.
Se il fulcro salvifico si configura nella grande immagine del Cristo Pantocratore
, nella calotta absidale
, che con il suo grande abbraccio accoglie il fedele, la Madonna Odigitria, invece, guida sulla strada del ritorno e accompagna amorevolmente il pellegrino che lascia la chiesa, dopo aver partecipato alla liturgia. La Madonna Odigitria dal greco Oδηγήτρια, cioè “colei che conduce, o colei che mostra la direzione” è una delle iconografie più diffuse dell’arte bizantina.
Nel mosaico di Monreale, Maria veste un abito blu scuro, segno della natura umana, avvolta da un mantello rosso, con intarsi dorati, segno della natura divina, per la sua assunzione in cielo.
La vergine regge tra le braccio il Bambino, via di Salvezza, Luce e Vita Eterna. Il piccolo Gesù, benedicente, con un abito color oro e un nimbo gemmato, tiene con la mano sinistra un rotolo aperto.
Sotto l’icona si legge la scritta in latino “Sponsa tue prolis stella puerpera solis pro cuntis ora sed plus pro rege labora”, in cui si fa riferimento all’importanza della preghiera e del lavoro, come già espresso nella regola benedettina con la frase “ora et labora”, e si menziona il committente, re Guglielmo II
. L’iconografia della Vergine Odigitria ricorre nuovamente nella tavola della “Madonna Bruna” o della “Negra” risalente al XIII secolo. La tavola probabilmente collocata nella zona del presbiterio, fu successivamente traslata, intorno al 1500, negli altari laterali.
Dopo l’incendio del 1811 fu collocata in sacrestia e in seguito esposta nel Museo Diocesano. Oggi, dopo un ulteriore intervento di restauro è ritornata nuovamente in Cattedrale. L’opera ha il fondo argentato e parti in rilievo in pastiglia. Così come nel mosaico, indica con la mano destra il Bambino. Maria è vestita con una tunica blu, avvolta in un mantello porpora, ornato con perline e stelle ricamate con perle sulle spalle e sulla fronte, simbolo di Verginità. Gesù è benedicente, abbigliato con una veste bianca, una tunica rossa e una toga purpurea, in questa iconografia tiene tra le mani un rotolo chiuso.
Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro
L’equilibrio tra architettura e luce
Un popolo venuto dal Nord
Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo
La Cattedrale di Gualtiero
La Cappella di S. Maria Maddalena
L’area del Santuario
Una controversa interpretazione
Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio
Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo
Un palinsesto della Storia
La cappella di san Benedetto
Un chiostro dalle accentuate varietà stilistiche
La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente
Oltre l’armonia delle proporzioni
Palermo felicissima urbe
La Bibbia di Pietra
La quadratura del cerchio
Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli
Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali
La cattedrale nei secoli
La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo
Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli
Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica
Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo
La decorazione musiva
La madonna Odigitria
Il cimitero dei re
L’inizio del cantiere
Da Moschea a Cattedrale
La cappella perduta
Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo
I sarcofagi in porfido: regalità e potere
Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche
La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici
Le cattedrali dei Re
Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari
La grande restaurazione
I mosaici delle absidi
Un albero pieno di vita
La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale
Ricognizione delle tombe reali
Il progetto originario
Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico
Il disegno strategico di Ruggero II
Il portico meridionale
Le torri e la facciata occidentale
Uno spazio tra visibile ed invisibile
Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon
Le decorazioni interne
Le navate laterali
Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale
Il coro: cuore pulsante della cattedrale
Le trasformazioni nei secoli
La Bibbia scolpita su pietra
La facciata decorata
Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale
Elementi artistici nella nave di Pietro
Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate
Le funzioni di culto
L’Ecclesia munita
Due torri inizialmente simili, variate nel tempo
Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite
Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne
L’impronta del re
Il substrato culturale attraverso il tempo
La navata più lunga
Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie
Sotto le crociere del Bema
La cappella ritrovata
I mosaici del Presbiterio
Una nuova cattedrale
La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio
La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale
I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia
Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme
La cappella dei Re
Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale
Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede
Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme
Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano
MiC – Ministero della Cultura
Legge 77/2006 - Misure Speciali di Tutela e Fruizione dei Siti Italiani di Interesse Culturale, Paesaggistico e Ambientale, inseriti nella “Lista Del Patrimonio Mondiale”, posti sotto la Tutela dell’ UNESCO Regione Siciliana.
Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.