Con il mosaico della Vergine Odigitria, collocata nella lunetta
sopra l’ingresso principale, si conclude il cammino verso la Salvezza, esplicato nell’intero ciclo musivo che percorre le navate
, il presbiterio
e le absidi
del Duomo di Monreale.
Se il fulcro salvifico si configura nella grande immagine del Cristo Pantocratore
, nella calotta absidale
, che con il suo grande abbraccio accoglie il fedele, la Madonna Odigitria, invece, guida sulla strada del ritorno e accompagna amorevolmente il pellegrino che lascia la chiesa, dopo aver partecipato alla liturgia. La Madonna Odigitria dal greco Oδηγήτρια, cioè “colei che conduce, o colei che mostra la direzione” è una delle iconografie più diffuse dell’arte bizantina.
Nel mosaico di Monreale, Maria veste un abito blu scuro, segno della natura umana, avvolta da un mantello rosso, con intarsi dorati, segno della natura divina, per la sua assunzione in cielo.
La vergine regge tra le braccio il Bambino, via di Salvezza, Luce e Vita Eterna. Il piccolo Gesù, benedicente, con un abito color oro e un nimbo gemmato, tiene con la mano sinistra un rotolo aperto.
Sotto l’icona si legge la scritta in latino “Sponsa tue prolis stella puerpera solis pro cuntis ora sed plus pro rege labora”, in cui si fa riferimento all’importanza della preghiera e del lavoro, come già espresso nella regola benedettina con la frase “ora et labora”, e si menziona il committente, re Guglielmo II
. L’iconografia della Vergine Odigitria ricorre nuovamente nella tavola della “Madonna Bruna” o della “Negra” risalente al XIII secolo. La tavola probabilmente collocata nella zona del presbiterio, fu successivamente traslata, intorno al 1500, negli altari laterali.
Dopo l’incendio del 1811 fu collocata in sacrestia e in seguito esposta nel Museo Diocesano. Oggi, dopo un ulteriore intervento di restauro è ritornata nuovamente in Cattedrale. L’opera ha il fondo argentato e parti in rilievo in pastiglia. Così come nel mosaico, indica con la mano destra il Bambino. Maria è vestita con una tunica blu, avvolta in un mantello porpora, ornato con perline e stelle ricamate con perle sulle spalle e sulla fronte, simbolo di Verginità. Gesù è benedicente, abbigliato con una veste bianca, una tunica rossa e una toga purpurea, in questa iconografia tiene tra le mani un rotolo chiuso.
Caratteristiche dell’architettura religiosa in epoca romanica
La cattedrale nei secoli
Il plasticismo del portico principale e la monumentale porta bronzea di bonanno pisano
La cappella di san Benedetto
Un palinsesto della Storia
Il disegno strategico di Ruggero II
La madonna Odigitria
I legami degli Altavilla con gli ordini monastici in Sicilia
Stratificazioni culturali, di diversa origine, decorano le absidi esterne
Iconografie duecentesche decorano il soffitto ligneo della navata centrale progettato con soluzioni inedite
Le trasformazioni dell’aula attraverso i secoli
La costruzione della cattedrale di Monreale tra mito e risvolti storici
Il substrato culturale attraverso il tempo
Le torri e la facciata occidentale
Il portico meridionale
Ruggero II d’Altavilla: un sovrano protetto da Dio
Il portale marmoreo: un intimo dialogo tra complessi aspetti ornamentali e struttura formale
La decorazione musiva
Le funzioni di culto
Due torri inizialmente simili, variate nel tempo
Elementi artistici nella nave di Pietro
Sotto le crociere del Bema
Le colonne della navata centrale: lo studio meticoloso dell’ordine d’insieme
Una commistione di stili pervade le decorazioni pavimentali
Una architettura religiosa normanna in Sicilia con influenze islamiche
Il progetto originario
La cappella ritrovata
I sarcofagi in porfido: regalità e potere
Il chiostro: un luogo tra la terra ed il cielo
Un disegno compositivo che coniuga esempi nordici con nuovi linguaggi artistici, attraverso i secoli
Tempus Fugit: un progetto strategico realizzato in un breve periodo
Un soffitto mirabile
Le torri prospicenti la facciata adibite a campanari
Le decorazioni interne
La Bibbia di Pietra
La paradisiaca “conca d’oro” che abbraccia Palermo: un nome dagli innumerevoli volti attraverso il tempo
Palermo felicissima urbe
I mosaici delle absidi
Il grande presbiterio: uno spazio unico per la cattedrale
Uno spazio tra visibile ed invisibile
Ricognizione delle tombe reali
Le trasformazioni nei secoli
L’area del Santuario
L’impronta del re
Cefalù: testimonianze insediative attraverso il tempo
Da Moschea a Cattedrale
Una cappella dall’autore ignoto basata su ripetute simmetrie
Le cattedrali dei Re
L’Ecclesia munita
Le navate laterali
L’equilibrio tra architettura e luce
Il dialogo tra le architetture del complesso monumentale
Una nuova cattedrale
La città medievale tra monachesimo ed aristocrazia feudale
L’inizio del cantiere
Il coro: cuore pulsante della cattedrale
La cappella di san Castrense: importante testimonianza rinascimentale
La Bibbia scolpita su pietra
Dalla porta maggiore alle navate: l’invito ad un percorso di fede
La navata più lunga
La quadratura del cerchio
Il portico laterale: un insieme di eleganza e leggerezza delle forme
Le modifiche architettoniche della fabbrica del Duomo dopo la morte di Ruggero II e le trasformazioni del chiostro
La Cattedrale di Gualtiero
Temi biblici animati dalla luce sfolgorante delle vetrate che si affacciano sulle navate
La cappella del crocifisso: uno scrigno d’arte creato su modello precedente
Un popolo venuto dal Nord
Gli spazi liturgici della Protesis e del Diaconicon
Un albero pieno di vita
La cappella dei Re
La cattedrale di Cefalù: un cantiere in mutamento tra slancio di fede e controllo sul territorio
Giardini ed architetture come sfondo alla città di Palermo
La facciata decorata
Una polisemia di forme e contenuti ad alto livello artistico
I mosaici del Presbiterio
MiC – Ministero della Cultura
Legge 77/2006 - Misure Speciali di Tutela e Fruizione dei Siti Italiani di Interesse Culturale, Paesaggistico e Ambientale, inseriti nella “Lista Del Patrimonio Mondiale”, posti sotto la Tutela dell’ UNESCO Regione Siciliana.
Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana.
Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento.