Giorgio d’Antiochia, committente anche del grande
ponte, detto dell’Ammiraglio
, in origine costruito sul
fiume Oreto
a Palermo, fece edificare la chiesa in onore della Vergine, che rispecchiava la sua poliedrica persona di fede greco-ortodossa e di cultura arabo-greca.
La chiesa presenta, infatti, un unitario stile bizantino, ma anche elementi di derivazione islamica, come l’originale porta lignea, attualmente nel vano di accesso meridionale, con formelle a intaglio di scuola Fatimide, e le colonnine in
porfido
, negli angoli del
presbiterio
.L’interno, con impianto a croce greca inscritta entro un quadrato, tipicamente bizantino, mostrava caratteristiche orientali ancora più marcate, prima dei rifacimenti, databili tra il 1600 e il 1700, che hanno adattato la chiesa al rito latino, modificando l’originale conformazione.
La chiesa si struttura all’interno in nove campate, contraddistinte da quattro colonne che formano al centro uno spazio quadrato e reggono la cupola. La pianta a
croce greca
e triabsidata, presenta i bracci, di forma orizzontale, con
copertura a botte
, mentre le campate, negli angoli, sono perfettamente quadrate e hanno una copertura a crociera. Tutti gli archi delle volte sono di lieve
forma ogivale
. Fulcro dell’interno edificio è l’ambiente del
Bema
, nel lato est, che includeva le tre
absidi
. Una di queste, quella centrale fu sostituita alla fine del 1600, su progetto dell’architetto
Paolo Amato
, da un cappellone, affrescato e decorato con marmi e ornato da un altare in lapislazzuli.
Tutto l’ ambiente sacro, rialzato di 26 centimetri, era separato dal resto della chiesa dall’
iconostasi
, una recinzione, tipica del culto greco, composta da lastre in marmo e allineata alle colonne.
Segni dell’iconostasi sono parzialmente visibili ancora oggi nei fusti e nelle basi delle colonne.
L’illuminazione interna, che crea un ricco gioco di luci con la decorazione musiva, è fornita dalle otto finestre della cupola e dalle finestre, ad arco ogivale, poste nelle campate laterali e nelle absidi, che hanno una maggiore ampiezza nei bracci della croce, rispetto a quelle dei quattro angoli.