Il ciclo musivo della Cappella Palatina, come in una
biblia pauperum
, racconta la Storia della Salvezza,attraverso raffigurazioni tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento,
che culminano nel
Cristo Pantocratore
, circondato da una corte angelica, della cupola.L’opera musiva fa parte del programma politico e ideologico di re
Ruggero II
che, subito dopo l’incoronazione a Palermo, pianificò la costruzione di una cappella, riservata al sovrano e la sua famiglia, all’interno del Palazzo Reale.Il ciclo musivo è il frutto di una commistione di diverse influenze artistiche classiche, soprattutto bizantine. Le maestranze, probabilmente provenienti proprio da Bisanzio, realizzarono una domus dove, l’oro splendente delle tessere, diviene allegoria del glorioso regno di Ruggero. Le raffigurazioni, dallo stile immobile e innaturale, narrano scene senza tempo, in un tripudio di oro e colori accesi dove il Re dei Re, Cristo, fulcro dell’intero ciclo musivo, ricorre più volte: benedicente ed entro un tono nella cupola; severo e a mezzo busto nell’abside centrale; in maestà tra i santi Pietro e Paolo nella parte che sovrasta il trono realee nello spazio antistante l’absidiola dedicata a San Paolo. Scene della Genesi, storie di Pietro e Paolo, la vita di Cristo, santi, angeli e profeti,percorrono l’intera superficie dell’aula, degli archi, delle volte e del santuario creando un atmosfera solenne che ancora oggi permane all’interno della chiesa. E anche i sovrani normanni, dal
soglio reale
, potevano ammirare e godere dello splendore del ciclo musivo, volto a glorificare Cristo e il Re.I lavori iniziarono nella zona presbiterale e si protrassero, in due momenti diversi, per tutto il regno di Ruggero, fino al 1154. Al suo successore,
Guglielmo I detto il Malo
, che regnò dal 1154 al 1166, si devono i mosaici delle tre navate; mentre durante il regno di
Guglielmo II, il Buono
, dal 1166 al 1189, si data la scena sulla facciata occidentale della Cappella con Cristo tra i santi Pietro e Paolo, collocata sopra il soglio reale, decorato in
opus sectile
.
I mosaici della Palatina sono stati oggetto di numerosi
restauri
e in parte di rifacimenti e integrazioni, sempre ordinati e seguiti dal
Ciantro
dell’epoca.