L'architettura esterna e l'impianto originario
La chiesa di santa Maria dell'ammiraglio

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

Numerosi rifacimenti e modifiche, nell’arco di cinque secoli, hanno trasformato l’edificio medievale, che presentava caratteristiche tipiche bizantine e una pianta a croce greca molto compatta.
Oggi la chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio denota una commistione di stili diversi: alla luminosità e allo splendore dei mosaici di ambito greco, che vedono, come in un climax ascendente, il fulcro nella figura del Cristo Pantocratore

Cristo Pantocratore
Al centro della cupola e circondato da quattro angeli adoranti, il Cristo Pantocratore di Santa Maria dell’Ammiraglio, è racchiuso in un medaglione contenenti i versetti tratti dal Vangelo di Giovanni: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non vivrà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Il Pantocratore, dal greco dominatore di tutte le cose, ha la mano destra alzata in atto di benedire i fedeli: le due dita arcuate simboleggiano la doppia natura di Cristo, quella divina e quella terrena, mentre le altre tre, unite, sono allegoria della Trinità. Questa posa della mano veniva utilizzata anche in epoca antica dagli imperatori romani quando chiedevano il silenzio. Con la mano sinistra tiene saldo un volume chiuso: il Vangelo. Il Cristo Pantocratore, maestoso e con lo sguardo severo ma benevolo, si presenta coronato di un nimbo crociato a ricordare il suo sacrificio, riccamente decorato con gemme e gioielli. Ai lati del nimbo le lettere greche IC XC che significano Gesù Cristo. Ha i capelli lunghi e fluenti e l’incarnato roseo. Il Cristo Pantocratore è l’onnipotente, il Re dei Re, ha un abito chiaro e un manto blu simbolo dell’umanità. L’iconografia, di classica derivazione bizantina, si ritrova spesso nel medio oriente cristiano, ed è diffusa in tutto il meridione d’Italia ma mentre in a Monreale e Cefalù è rappresentato a mezzo busto, quello della Martorana è seduto in trono, con i piedi simmetrici.

in trono, si affiancano decorazioni a fresco settecentesche, così come ad un’architettura, con la presenza di elementi arabi, fanno da contrasto lo sfarzo delle decorazioni tardo barocche poiché, dal 1588, la chiesa fu oggetto di numerosi rifacimenti.Dapprima fu allungata la pianta e demolita la facciata originale con il nartece , l’atrio fu coperto e trasformato, con l’aggiunta del coro, sostenuto da otto colonne; mentre nei secoli successivi fu anche completata la decorazioni a fresco.Fondazioni, come Santa Maria dell’Ammiraglio, che il viaggiatore arabo Ibn Gubayr definì “una delle più splendide costruzioni che si possano vedere” nell’originario stile bizantino e con una pianta centrica, sono esempio, in Sicilia, di architettura di derivazione greca, riscontrabile in numerosi edifici di Costantinopoli, come San Giovanni in Studio, e paragonabili alla Cattolica di Stilo e ad altre costruzioni dell’Albania e della Serbia.
In particolare, la chiesa del Monastero di Sopocani in Serbia, edificata intorno al XIII secolo, presenta la stessa pianta solida e compatta, un ampio nartece porticato d’ingresso e l’antistante campanile, in asse con l’edificio. La Martorana, nonostante ciò, si discosta dagli edifici costantinopolitani, dove all’esterno si nota un’alternanza di forme e volumi abbastanza complessa.La volumetria dell’Ammiraglio si caratterizza per una forma compatta, semplice, squadrata e robusta, tipica delle altre costruzioni normanne che, sia negli edifici pubblici che, come in questo caso, privati sono ricchi di decorazioni simboliche, che fanno allusione all’esaltazione del potere temporale.Il linguaggio artistico, che si tramuta in determinate soluzioni architettoniche, è condivisibile con quello della Cappella Palatina e di San Cataldo , dove, in linea con le scelte stilistiche e programmatiche adottate da Ruggero II , si notano la stessa articolazione delle coperture e simili motivi decorativi, nella pavimentazione marmorea.

La veste architettonica e le trasformazioni nel tempo

I sensi raccontano la pavimentazione

Il ritorno dell’acqua

La nascita del regno normanno

I sensi raccontano il contesto storico Zisa

I loca solatiorum: dimore per lo svago, il benessere e la caccia

La conquista normanna della Sicilia e la nascita di un nuovo regno latino

Un crescendo architettonico

Lo spazio architettonico

L’interno della chiesa

La cappella di San Pietro nel Real Palazzo

Il ciclo musivo, un cammino ascendente verso la luce

L’interno barocco

L’oro e la luce: lo splendore dei mosaici della Cappella Reale

Le decorazioni

Dall’oblio al recupero della memoria

Un edificio costruito in un breve spazio di tempo

Il tetto del Paradiso: una delle opere più rappresentative dell’arte medievale

I sensi raccontano il contesto storico la martorana

Il soglio reale

L’esterno barocco

Forme e colori del soffitto ligneo

Il parco del Genoardo, il giardino dei piaceri e della meraviglia

I restauri

I sensi raccontano la decorazione barocca

I sensi raccontano l’interno

Le decorazioni del campanile

L’involucro architettonico: la pianta a croce greca orientata verso la luce

I sensi raccontano l’architettura e le decorazioni

Dal terremoto al crollo

Il palazzo ritrovato

I sensi raccontano il soffitto

L’antico convento della Martorana, storia di devozione e tradizione

I sensi raccontano l’architettura esterna e l’impianto originario

I sensi raccontano i restauri

Stili diversi e trasformazioni, per una “delle più belle costruzioni che si possono vedere”

I sensi raccontano il ciclo musivo

I sensi raccontano l’archittetura

Il Cassaro

I mosaici delle navate

I mosaici del transetto e delle absidi

La splendida Zisa e il suo giardino: solacium regi tra suoni, colori e profumi

La pavimentazione: forme, motivi e iconografia

I sensi raccontano la Zisa nei secoli

Il Palazzo che fu dei re

Il pavimento in opus sectile della Cappella Palatina

I sensi raccontano il contesto storico

La dedica dell’Ammiraglio

Intrecci di saperi nella Palermo normanna