Nella zona piana della facciata del portico, compresa tra i sesti arcuati e la soprastante fascia ordinata con la teoria dei santi, laddove gli studiosi hanno sempre indicato la presenza di un leggero intaglio a girali, con figure di vario genere originariamente trattate con campi niellati, la pietra durante gli ultimi restauri si è rivelata raccontando la sua storia. Appare oggi, quasi per incanto, un affascinante albero della vita , impostato secondo la regola ed i canoni degli antichi codici miniati della tradizione monastica.
Si tratta, infatti, non di semplici cerchi concentrici, ma di una
struttura a girali
, il cui principio, localizzato nella parte sinistra di chi guarda, è composto da un intreccio arboreo che ha inizio da una figura femminile. Una
donna
, posta sul lato sinistro della composizione, ad occidente, tiene fra le mani le prime ramificazioni di un intrecciato albero animato che svolge il suo testo da sinistra verso destra; un cammino iniziatico da occidente ad oriente illuminato dal sole di mezzogiorno.
La donna indossa un vestito dalle lunghe maniche pendenti, il cui primo riferimento iconologico riporta all’”
anima del mondo
” raffigurata in alcune miniature del basso Medioevo inglese.
Tutto l’albero è popolato
da un eccellente esempio di
bestiario medievale
, composto da mitiche figure che racchiudono il sapere e la saggezza dei tempi. Quasi motivo d’avvertimento, ed insegnamento insieme, del perenne magistero della Chiesa a chi intenda varcare la ‘
ianuacoeli
’ per entrare nella ‘
mater ecclesiae
’. È questa un’opera che trova la sua piena collocazione storica, in tutta la vasta produzione romanica, che vuole i fronti delle chiese impreziositi da molteplici simboli che assolvano al compito di memoria perenne. Una vera e propria ‘
littera laicorum
’ che illustra, nell’eterno testo della pietra, le fondamentali verità della scrittura e della storia dell’uomo.