Luogo di sperimentazione della tarda età romanica, in stretto dialogo con i monumentali edifici delle grandi chiese europee, la cattedrale di Cefalù segna una
linea di demarcazione
con la fase più antica dell’architettura dei tempi normanni in Sicilia.
Inoltrandoci all’interno del Tempio ruggeriano, a partire dalla
porta regum
da un percorso in ascesa verso il
catino absidale
, veniamo avvolti da uno spazio a
pianta basilicale a croce latina
rivolta ad oriente. L’atmosfera si carica di
elementi simbolici
che invitano ad intraprendere un cammino esodale dalle tenebre alla luce, religiosamente rappresentata dal
ritorno parusiaco
di Cristo attraverso l’
Altare dell’Eucaristia
, sua anticipazione.
Lo spessore delle mura, anche del
retro prospetto
, sembra, idealmente, sottolineare la volontà di tracciare una linea di demarcazione tra lo spazio spirituale della Cattedrale e quello materiale del mondo esterno, da cui si insinua solo la luce proveniente da una moltitudine di finestre. Essa accarezza le masse architettoniche degli spazi liturgici attraverso la vibrante modulazione dei colori, delle
vetrate
di epoca contemporanea, evocativi di quelli che avrebbero dovuto costituire gli ornati musivi, mai realizzati, nelle
navate
.