La vasta sala è decorata da mosaici che narrano tre cicli della mitologia greco-romana: le
dodici fatiche di Ercole
nell’aula centrale
e il mito di
Marsia
, nell’abside settentrionale,
la
gigantomachia
nell’abside orientale
e il mito di
Licurgo e Ambrosia
nell’abside meridionale.
Nel mosaico pavimentale delle dodici fatiche di Ercole, l’eroe protagonista non viene mai raffigurato ma è sostituito dagli effetti della sua forza contro i nemici già sconfitti.
Nella gigantomachia, epica lotta tra gli dei dell’
Olimpo
e i Giganti, questi ultimi, dai corpi possenti ed espressivi, sono effigiati come anguipedi, ovvero con la parte al di sotto del ginocchio a forma di serpente.
Nell’ultima scena, infine, legata alla tematica dionisiaca, si può osservare il momento in cui Licurgo, re della Tracia e ostile al culto del dio del vino, tenta di uccidere con un’ascia bipenne la baccante Ambrosia, provvidenzialmente aiutata da un corteo di menadi, donne seguaci del dio del vino, e tramutata in vite da
Dioniso
stesso.
Come rivela questo mito, un soggetto particolarmente frequente nei mosaici della villa tardo-antica sono le metamorfosi, simbolo dell’eterno rapporto tra l’uomo e la natura circostante.
Le scene rappresentate, come in altri ambienti della villa, celano significati edificanti.