Oggi, di questo vano, è rimasto solo il pavimento in mosaico e parte dei muri ma, in origine, la sua struttura richiamava la forma di un piccolo tempio. Era, infatti, il luogo sacro della residenza tardoantica, nel quale si veneravano i Lari, antenati divenuti divinità protettrici della famiglia. Ogni mattina si celebrava un vero e proprio rituale, nelle prime ore del mattino, non appena il dominus e la sua famiglia si risvegliavano dopo la quiete della notte. Se tornassimo indietro nel tempo, vedremmo gli schiavi porgere al proprietario della villa le offerte da collocare all’interno del larario, davanti ad una fiammella che illuminava le raffigurazioni degli antenati divinizzati, garanti della continuità e del benessere della familia.
Simboli beneauguranti, come la foglia d’edera, risaltano anche al centro del mosaico pavimentale!
Per la sua disposizione poco distante dal Vestibolo, nel percorso pubblico del Peristilio, il piccolo vano absidato, durante il giorno, era immerso dall’eco delle voci di coloro che camminavano all’interno del lungo porticato colonnato. Solo durante il rito che si celebrava in presenza del dominus, non appena la villa tardoantica prendeva vita alle prime luci del giorno, si udiva la preghiera rituale che accompagnava l’offerta votiva agli antenati protettori della familia, accompagnata dal rilassante rumore dell’acqua che sgorgava dalla grande fontana nel giardino.
L’odore degli incensi e di altre sostanze aromatiche che venivano bruciati durante l’offerta votiva, si confondeva con il profumo proveniente dalla rigogliosa vegetazione del giardino posto alle spalle del piccolo tempio. Nel culto che si svolgeva all’interno delle mura domestiche, l’offerta era solitamente rappresentata da un alimento, percepibile all’olfatto per le sue caratteristiche che seguivano, anche, la produzione stagionale del latifondo che circondava la villa romana del Casale.
La piccola edicola, dedicata al culto dei Lari, era abitata dalle raffigurazioni in terracotta, bronzo o argento degli antenati della famiglia del dominus. Ancora oggi, è possibile distinguere i resti delle lastre marmoree che ne ricoprivano le pareti a sottolineare il ruolo di rappresentanza di questo luogo, finalizzato all’auto celebrazione del proprietario della residenza tardoantica e della sua stirpe.