L’attesa dell’arrivo di un personaggio autorevole, forse il dominus della villa tardoantica, si legge nei volti e nelle azioni dei personaggi raffigurati nel mosaico centrale di questo ambiente ufficiale, attraverso il quale ci si inoltra nel cuore della residenza. La fiamma viva della fiaccola che tiene in mano il lampadarius sembra invitarci a partecipare ad una cerimonia importante, sottolineata anche dalla presenza di un ramo d’alloro tenuto dal giovane. Sono tutti vestiti con abiti riccamente decorati e disposti in modo ordinato. La scena è talmente realistica che i mosaicisti hanno raffigurato anche le loro ombre riflesse sul terreno!
Non avete l’impressione di udire ciò che declama o recita il giovane coronato d’alloro che regge il dittico? C’è un tripudio di colori ed inni. Osservate… tutti voltano leggermente il capo verso destra e il rumore degli zoccoli dei cavalli che si avvicinano è sempre più incalzante. Il dominus stava forse per fare ingresso nella sua residenza?
Che odore di ceri doveva spargersi nell’atmosfera del vestibolo, mescolata a quella dell’aroma emanato dai rami di alloro e delle corone vegetali che cingevano il capo di tutti i personaggi rappresentati! Osservate la parete meridionale, ora potete scorgere, a poca distanza dal pavimento, solo i calzari di una figura di armato che, in origine, era affiancato da altre guardie.
La mente ci riporta indietro nel tempo, in quel preciso momento solenne in cui anche l’odore penetrante del metallo di numerosi umboni si mescolava a quello acre della cera e delle essenze delle piante.
La cerimonia di benvenuto, implicava l’utilizzo di un abbigliamento consono all’occasione. Era una forma di omaggio importante e anche le vesti dovevano esprimerne il carattere ufficiale attraverso la ricchezza dei materiali dei tessuti, di cotone e seta, provenienti dall’Oriente. Le decorazioni, degli orbicoli e dei clavi, sovrapposti alle tuniche dei personaggi, erano ricamate con fili di argento, rame e oro.