Il tema delle Stagioni, strettamente correlato alle attività agricole del
latifondo
di cui la Villa tardoantica faceva parte, ha antiche origini filosofiche già affrontate, agli inizi del I sec d.C., da
Ovidio
, nei versi del XV libro delle
Metamorfosi
.
Il poema, a carattere epico mitologico, affronta in chiave poetica, l’importanza dello scorrere del tempo e della rinascita attraverso la cui azione tutto è destinato a svilupparsi, trasformarsi e morire in un ciclo senza fine. Il soggetto, descritto anche in altri ambienti della domus romana, è rappresentato con estrema semplicità iconografica nell’ornato musivo di questa stanza, a forma rettangolare, alla quale si accede dal
Peristilio quadrangolare
.La particolarità delle iconografie che ne decorano il pavimento induce a pensare che fosse utilizzata come sala da pranzo. Incorniciato da una teoria di cubi prospettici, il mosaico geometrico arricchito da numerose tessere di diverso colore, è composto da uno schema di esagoni che creano giri di sei rombi che racchiudono, a loro volta, grandi stelle a sei punte, con medaglioni figurati.