Nel portico occidentale del peristilio quadrangolare che circonda gli spazi del nucleo interno della domus tardoantica, si trova un vano absidato, molto raccolto e di forma quadrata, con la funzione di sacellum, attribuito al culto dei Lari, ovvero un luogo generalmente di piccole dimensioni contraddistinto dalla presenza di un altare consacrato ad una o più divinità. Il vano è inserito all’interno del percorso ascendente della villa, che delimita il settore pubblico e ufficiale, riconoscibile, soprattutto, per il rivestimento marmoreo che riveste le pareti degli ambienti più importanti. L’ambiente era, inoltre, impreziosito, da un gruppo statuario marmoreo, di cui si conservano pochi frammenti, che raffigurava un giovane
Ercole
insieme alla cerva di Cerinea.
E’ possibile che, all’inizio, quando ancora non esisteva la muratura a chiudere gli spazi tra le colonne, questo luogo dovesse avere la tipica forma ad edicola, una struttura delimitata da colonne e frontone, che ospitava, forse, la statua dell’imperatore in carica o del signore della villa.
Solo, in seguito, con la trasformazione a vano absidato, alcuni studiosi hanno ipotizzato che potesse contenere il sigillum, ovvero l’effige degli antenati del dominus, i lares familiares, sotto forma di statuetta che poteva essere di cera, legno o terracotta.
Inoltre, il ritrovamento di una fontana semicircolare presente sotto le fondazioni, poi sostituita con il sacello, forse per un ripensamento del committente, avvalora l’ipotesi che l’ingresso principale della villa, originariamente, coincidesse con il vestibolo.