La ricercatezza delle vesti che ricoprono la figura femminile rappresentata nell’abside nord, sembra, visibilmente, rievocare la loro consistenza. La donna, in posizione stante, identificata con la personificazione della Mauritania, indossa un chitone rosato e porta sulle spalle una pardalis, fissata, sul petto, da una grande fibbia d’oro ornata da una lucente pietra preziosa. Fa da sfondo una successione di fitte piante legnose e dalle foglie ricoperte da sfumature biancastre, forse dovute al deposito di cristalli di sale. Avanzando con lo sguardo, il paesaggio si desertifica e sembra abitato da una copertura vegetale, sparsa, di piccole dimensioni e da rocce levigate modellate dalle calde raffiche di vento africano. Anche le casse di legno, contenenti le fiere catturate, sono surriscaldate dagli intensi raggi solari, tanto da rendere necessario accelerare le operazioni di imbarco nel porto più vicino. Un gruppo di militari cacciatori tende le corde che trascinano gli animali a bordo, la loro robustezza deriva dalle fibre naturali di cui sono costituite, in grado di resistere allo sforzo compiuto per raggiungere la nave. Essa si staglia tra lo scintillio delle acque del porto, emanando riflessi accecanti provenienti dalle parti metalliche che ne proteggono lo scafo. Più avanti, in un paesaggio orientale che alterna abitazioni di piccole proporzioni a rocce abitate da pochi arbusti, su uno sfondo collinare ricco di alberi ad alto fusto, ecco una tigre che insegue una sfera di vetro nella quale si riflette la sua immagine. La fiera è vittima di un ardito stratagemma che le strappa il suo cucciolo, ormai stretto da un militare a cavallo. Il destriero, raffigurato in una possente corsa, attraversa una passerella costituita da assi di legno che assorbono lo scalpitio dei suoi zoccoli. La giovane donna dalla pelle scura, che occupa il mosaico pavimentale dell’abside sud, è abbellita da armille e da una torque con un ciondolo posto al centro del collo. Un drappo rosato, di consistenza leggera e trasparente, scende dal suo bacino fino ad avvolgerle le gambe. La circondano un elefante dalla pelle rugosa e una tigre dal soffice mantello, ad evocare terre lontane raggiunte dall’eco delle imprese imperiali.