Federico II amava circondarsi in varie e frequenti occasioni di strumentisti e cantori: nei suoi castelli risuonavano gli antichi versi della scuola poetica siciliana e le note della lirica musicale trobadorica, che fioriva in Europa nel Basso Medioevo.
I troubadores, “trovatori”, dalla Provenza si diffusero infatti a macchia d’olio anche nel Regno di Sicilia, autori di componimenti monodici, ovvero a una sola voce, i cui testi avevano per argomento principale i temi di cavalleria e dell’amor cortese. L’offerta musicale a disposizione della corte doveva essere quanto mai varia, così come molteplici erano gli orizzonti culturali scrutati dallo sguardo curioso di Federico II. Tra gli strumenti utilizzati comparivano anche le trombe e il liuto “arabo”. Quest’ultimo strumento richiama l’attenzione sull’aspetto esotico della musica presso la corte di Federico II.