Studiosi e scolaresche in gita a Siracusa si soffermano, con stupore e meraviglia, in quell’antro che fu chiamato da Caravaggio: “Orecchio di Dionìsio”.
La tradizione vuole che il tiranno Dionìsio, grazie allo straordinario gioco di risonanze tra le pareti della caverna, potesse ascoltare ogni singola parola pronunciata dagli schiavi imprigionati nelle Latomìe, i quali parlavano liberamente pensando di essere da soli nella loro prigione di pietra.
Il fatto che il tiranno utilizzasse questo canale d’informazione non è certo, ma di sicuro, questa cavità serviva anche per aumentare la diffusione dei suoni del teatro greco, dove avevano luogo emozionanti rappresentazioni.