La storia della sua antica grandezza, ha reso Siracusa un luogo mitico, una città che in ogni angolo scivola nel passato e tramanda il ricordo attraverso la testimonianza indelebi-le di antiche civiltà.
Grazie ad un’esplorazione memorabile nella storia archeologica, condotta da
Paolo Orsi
, tra il 1912 e 1917 nell’area di Piazza del Duomo (e successivamente nel 1999 a cura dell’archeologo Giuseppe Voza), sono emersi numerosi ritrovamenti, come oggetti in ter-racotta, sculture, resti architettonici, che testimoniano un’intensa presenza in questa area, già in epoca preistorica.
Alcuni di questi reperti, portatori di storie e significati misteriosi, hanno fornito informazio-ni preziose sulle abitudini degli antichi greci: ad esempio, la loro
cultura gastronomica
, le il loro comportamento a tavola o i
giochi
che si svolgevano durante un
simposio
.
Lungo le basole che pavimentano la piazza è possibile individuare delle linee nere rea-lizzate con piombo fuso. Esse formano due rettangoli concentrici e indicano l’esistenza nel sottosuolo delle tracce del più antico edificio sacro della Siracusa greca. Questa era, infatti, la sede di un òikos del VIII sec. a.C: una casa di culto, costruita in mattoni crudi o in legno, della quale è stata individuata la parte perimetrale. La struttura è stata in seguito inglobata in un altro edificio templare del VII a.C., simboleggiato oggi dal rettangolo più grande.
La prima preoccupazione dei Greci, quando fondavano una città, era quella di consacra-re il suolo erigendo una costruzione ed effettuando un sacrificio. È possibile ritenere che questo tempietto rappresenti l’atto di fondazione della colonia siracusana, da parte dei co-rinzi. La funzione di luogo sacro della piazza è infine testimoniata dalla costruzione di due templi monumentali: uno ionico, l’
Arthemision
, e uno dorico, l’Athenaion, trasforma-to successivamente in chiesa cattolica.