La cripta di San Marciano è ubicata in un sito che fu prima, in età greca classica, una cava di pietra e, in seguito, in età tardoellenistica, un’officina di vasai.
Gli elementi attuali della cripta sono riferibili al IX secolo, ma si tratta di certo della ridefinizione integrale di una struttura molto più antica, risalente al V o al VI, di cui rimane ben poco.
Nel 68 d.C., secondo la tradizione cristiana, la chiesa sotterranea fu manomessa per accogliere le
spoglie di San Marciano
, primo vescovo di Siracusa, inviato da san Pietro nell’anno 39 d.C. per predicare il Vangelo e fondare la prima comunità cristiana del mondo occidentale.
La cripta si presenta, oggi, sotto la forma irregolare di chiesa bizantina, con una pianta a croce greca e tre àbsidi dalla volta semisferica. Tra l’àbside centrale e quella meridionale esiste uno spazio che ospita una sepoltura ad arcosòlio, una struttura a forma di arca sepolcrale, sormontata da una nicchia e scavata nella parete, con evanescenti disegni ornamentali: era il sarcofago che custodiva le spoglie di S. Marciano.
Dell’antica testimonianza archeologica, sono oggi visibili alcune àbsidi e i resti della pavimentazione in opus sectile. In epoca normanna furono introdotti agli angoli della navata centrale quattro
capitelli in marmo
che simboleggiano gli Evangelisti e sono impostati su pilastri in muratura.
La parete rocciosa fu inoltre coperta da
affreschi
e motivi decorativi.
Oggi le mura della cripta presentano vari strati d’intonaco su cui è possibile osservare i resti di diverse pitture sovrapposte tra loro.