“Giuggiulena” è un termine dialettale utilizzato dai siciliani per indicare la pietra bianca di Siracusa: una roccia sedimentaria tipica delle cave dei Monti Iblei.
Questa tipologia di pietra si forma nel Miocene (era geologica iniziata circa 20 milioni di anni fa). La sua colorazione è stata definita con più gradazioni che vanno dal bianco al giallo: beige, ocra, giallognolo.
La “giuggiulena” non è soltanto un tipico materiale da costruzione. Questo termine viene impiegato anche per indicare un delizioso dolce siracusano: un croccante preparato con miele, zucchero, un ripieno di mandorle e semi di sesamo, sagomato a forma di rombo o di rettangolo.
In tempi antichi, i templi greci non presentavano soltanto il pallore del marmo e la scabra superficie della terracotta che vediamo oggi a causa dell’azione abrasiva dei millenni.
Essi erano, invece, decorati con colori sgargianti ottenuti con il cinabro, l’ocra o il solfuro di mercurio, e molti altri pigmenti già noti e utilizzati dai Greci. Le decorazioni degli edifici sacri erano vivaci e complesse: con motivi a treccia, a petalo e a meandro.
Il meandro, ad esempio, anche detto “la greca”, è un bordo decorativo costruito a partire da una linea continua ripiegata a formare un motivo ripetuto. Il nome meandro richiama il tortuoso letto del fiume Meandro in Turchia.