Nei giorni in cui si festeggia Santa Lucia, sulle tavole siracusane non deve mancare la “cuccìa“: un dolce tipico siciliano a base di grano bollito e ricotta di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. A questi ingredienti si uniscono frutta candita, cannella, pezzetti di cioccolato e scorza di arancia grattugiata. Questo piatto oggi composto da una ricca farcitura, in origine era un cibo assai più povero, l’unico da consumare in un giorno di digiuno, in segno di devozione alla santa.
Tra gli strumenti degli antichi pastori siciliani, era d’accompagnamento al flauto, il “marranzanu“: lo scacciapensieri. In Sicilia, con il termine marranzanu, si soleva indicare il grillo notturno. È probabile, dunque, che lo strumento ne abbia preso il nome per onomatopea, a causa del suo richiamo sonoro e alla monotonia del suo ronzio.
Lo scacciapensieri, uno strumento di ferro a forma di lira, accompagnava i canti e balli popolari, come una nota bassa di sottofondo. Era credenza comune che il suono di uno scacciapensieri d’argento, se udito da donne incinte, avesse il potere di interrompere la gravidanza.
Sulla costa Orientale della Sicilia, un posto suggestivo e in qualche modo nostalgico, è lo storico mercato alimentare di Ortigia.
Come un suq arabo in piena regola, questo luogo è la rappresentazione classica di un mercato alimentare siciliano: grida dialettali dei venditori che invitano la gente a comprare, un frenetico gesticolare e soprattutto, un tripudio di odori.
Dai banchi arrivano profumi di ogni genere: erbe aromatiche, pomodori, arance rosse, melanzane dal colore viola intenso, peperoncini rossi, limoni. L’odore più forte è quello del pesce fresco: il mercato pullula infatti di venditori di frutti di mare, bottarga e pesci di ogni genere. Chi entra si sentirà di certo osservato, mentre passeggia, da una sfilza di pesce spada deliziosi.
Nella estrema esuberanza delle sue forme e nella ricchezza delle sue decorazioni, la facciata del Duomo di Siracusa, si offre alla vista dell’osservatore come una poesia di curve e volute. Uno stile architettonico drammatico, dominato dall’idea del gioco e dalla fluidità delle linee, produce la tipica sensazione della “joie de vivre“.
La facciata appare infatti mossa da una geometria complessa, nell’alternanza di elementi concavi e convessi che esaltano gli effetti scenografici e i motivi chiaroscurali.
Il prospetto è arricchito da colonne svincolate dalla parete, che sottolineano la parte centrale della facciata, dando vita a “superbi” giochi di ombre e luce.