Nell’Antiquàrium che sorge nell’area archeologica del Castello Eurialo, sono conservati alcuni reperti rinvenuti durante gli scavi archeologici dell’area.
Questi oggetti raccontano la vita quotidiana all’interno dell’immensa fortezza, dando voce anche agli spazi più silenziosi come ad esempio le cucine sotterranee, dove sono stati trovati resti di vasellame usato dai soldati per mangiare.
Pensando al passato, è possibile immaginare che da esse provenisse il profumo delle pietanze che venivano servite all’ora dei pasti.
Chi visita le vestigia dell’antica Siracusa greca non può non essere colpito dall’enorme quantità di pietra utilizzata per costruire la città.
Siracusa, come del resto gran parte della Sicilia Sudorientale, è ricca di grandi falde di bianchissima pietra calcarea. Tale materiale venne ampiamente utilizzato per le costruzioni civili, religiose e militari.
Per costruzioni difensive, come le Mura dionigiane, venivano utilizzati blocchi squadrati, spesso “megalìtici” ovvero di grandi dimensioni. Gli architetti greci non utilizzavano malte come leganti, per cui i muri tenevano per puro effetto della forza di gravità ed era importante un’esatta lavorazione per garantire un buon risultato.
Di queste mura, attualmente, è possibile toccare soltanto il letto di fondazione che corre ancora silenziosamente intorno alla città.
Lontani da rumori, nel silenzio di queste mura si coglie la profonda sensazione di un’emozione che ci pervade e racconta di tempi lontani.
In questi luoghi, colmi di memoria, si percepisce soltanto la brezza che sale dal mare e fa oscillare i teneri fusti delle erbe già secche.
Lungo i corridoi e le gallerie buie non è difficile immaginare le grida e le voci che accompagnavano, inevitabilmente, gli assalti dei nemici.
Questi, costretti in qualche angolo cieco inaspettato, erano intenti ad occupare una fortezza che avrebbe sempre celato sorprese, poiché il Castello poteva contenere più di tremila soldati e seicento cavalieri.