Sopra il teatro greco, c’è una terrazza nella quale, in epoca antica, si trovava un santuario dedicato alle muse. In questo luogo, chiamato museion, gli attori si riunivano prima di andare in scena e recitare i loro spettacoli al teatro.
Su questa terrazza, al centro di una parete rocciosa si apre una grotta con il soffitto a volta. Al suo interno, una vasca di forma rettangolare raccoglie l’acqua che sgorga da una piccola cascata.
La presenza della fontana è legata al culto greco delle ninfe, le divinità della natura. Da esse deriva il nome di questo luogo: il ninfèo. All’ingresso del ninfèo c’erano delle statue dedicate alle muse.
Tre di queste statue del II secolo a.C., sono conservate al Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi.
L’acqua che giunge all’interno della grotta proveniva da due acquedotti costruiti in epoca greca: l’acquedotto del Ninfeo e l’acquedotto Galermi. Ad est della Grotta del Ninfeo era presente un complesso di mulini ad acqua di epoca spagnola. Essi ricevevano l’acqua dalla grotta e la riversavano nel teatro, dopo averla utilizzata per la macinazione del grano. Di questo complesso, attualmente, è rimasta visibile solo la cosiddetta casetta dei mugnai: una torre collegata al periodo storico dei Mulini di Galerme.