La Chiesa di Santa Lucia alla Badia è stata in origine sede di un monastero.
L’edificio fu distrutto interamente dal terremoto del 1693 e, in seguito, ricostruito per volere della madre badessa dell’ordine cistercense (Ordine monastico che segue la Regola di San Benedetto).
La Chiesa e il convento cistercense dedicati a Santa Lucia avevano un ruolo rilevante nel culto cittadino, sia per la loro ubicazione, nel cuore di Ortigia, sia per la festa di
Santa Lucia di maggio
, istituita per ricordare il miracoloso intervento della patrona durante la carestia del 1646, quando avrebbe condotto due navi cariche di cereali nel porto, ponendo fine alla lunga fame dei siracusani. La facciata, rivolta verso la piazza, è realizzata in pietra calcarea di colore chiaro ed è costituita da due ordini sovrapposti, separati da una
trabeazione
e da una
balconata
in ferro battuto con ringhiera “a petto d’oca“. L’ordine inferiore presenta un fastoso portale barocco affiancato da
colonne tòrtili
che ne sorreggono il frontone, decorato con i simboli del martirio della Santa.
Sulle due fasce laterali, racchiusi all’interno di cornici, campeggiano gli stemmi dei re di Spagna.
L’ordine superiore, arricchito da lesène in stile pseudo-corinzio, è ispirato allo stile rococò.
Nell’àbside, dietro l’altare maggiore, è esposta temporaneamente la grande tela del
Seppellimento di Santa Lucia
dipinta nel 1608 dal Caravaggio, durante il suo soggiorno siracusano. In realtà il quadro adesso ha cambiato sede.