Pantalica è una delle aree preistoriche più importanti e vaste. Il complesso degli usi e costumi dei popoli che vi abitarono, ha dato vita alla cosiddetta “cultura di Pantalica”. Le incessanti esplorazioni condotte nel sito, tra gli ultimi anni dell’800 e l’inizio del 900, hanno consentito di ricostruire l’evoluzione dei primi abitanti di Siracusa in epoca preellenica, attraverso lo studio dell’architettura funeraria e dei reperti rinvenuti, come armi, ceramiche e ornamenti.
La civiltà di Pantalica Nord, riconducibile ad un periodo compreso tra 1270 e il 1000 a.C., si è sviluppata in un’area densamente popolata e ricca. Alcuni ritrovamenti testimoniano infatti la presenza di ceti sociali raffinati molto attenti all’eleganza. Anche le dimore, seppure primordiali, erano arredate con cura. È presente un forte influsso della cultura micenea, come si evince dai riti funebri, dalla forma delle tombe e dalla produzione della ceramica, caratterizzata da un colore rosso vivo.
Dall’Oriente, invece, giungeva l’uso di preziosi anelli decorati con motivi spiraliformi o con figure di pesci stilizzati. Per gli abitanti di Pantalica l’anello non era soltanto un vezzo, bensì un oggetto per difendersi da energie e forze negative: spesso veniva inciso sugli anelli “l’occhio scaramantico“, un potente simbolo
apotropàico
. Tra i materiali impiegati era presente il bronzo, testimonianza di come questo metallo fosse all’epoca largamente diffuso, come dimostrano i corredi funerari: pugnali, rasoi, coltelli e
fìbula
in bronzo, emersi nel corso degli scavi archeologici.