Nel 1535 giunse a Siracusa il viceré don Ferdinando Gonzaga, inviato dall’imperatore e re di Spagna Carlo V. Erano gli anni in cui si faceva pressante il pericolo di un’invasione turca.
Per questa ragione, nel 1537 Siracusa diventò
una città fortificata
secondo il progetto di potenziamento strategico-difensivo voluto dal Gonzaga, un progetto che prevedeva la costruzione di numerose strutture utilizzando materiale di spolio, ricavato con la parziale distruzione di alcuni tra i più grandi monumenti greci, declassati a cave di pietra.
Il circuito murario urbano costruito in epoca spagnola fu un ingegnoso esempio di architettura militare: la cinta muraria protetta da massicci bastioni si ergeva dal suolo e si snodava assecondando le asperità della costa. Il Castello Maniace fu inglobato nel circuito di cui costituì il màstio, cioè il cuore del grandioso sistema di difesa dell’imbocco del Porto Grande.
L’area del castello fu chiusa da mura e corredata da camminamenti e piattaforme per l’artiglieria.
Fu, inoltre, realizzato un
avamposto
a ulteriore protezione dell’ingresso dell’isola di Ortigia.
Al periodo spagnolo risale anche la collocazione, nel 1614, del noto stemma sopra il portale.
Fra le innumerevoli vicende storiche avvenute fra le sue mura, suscita particolare curiosità quella relativa al cambiamento del nome da Maniace in
San Giacomo
.
Nel 1618 il castello prese il nome di San Giacomo e le quattro torri poste negli angoli furono nominate San Pietro, Santa Caterina, San Filippo e Santa Lucia. Sebbene durante il XVII secolo siano state costruite molte opere militari attorno al castello, il suo corpo non fu mai alterato e la sua mole quadrata e turrita, ancora oggi si eleva al di sopra dei bastioni spagnoli.