Un’altra nota forma di spettacolo erano le Venationes, il cui nome deriva dal termine latino venatio, che vuol dire “caccia”.
Esse consistevano in uno scontro tra uomini inermi o armati e belve ferocissime.
Questi spettacoli accrebbero di numero ed importanza grazie alla conquista romana di regioni esotiche, che permise l’approvvigionamento di animali selvaggi sempre più particolari.
Oltre sessanta pantere e leopardi, quaranta orsi ed elefanti vennero catturati nel corso di una caccia offerta nel 169 a.C. dai generali romani Scipione Nasica e P. Lentulo. Questa forma di divertimento, che aveva luogo negli anfiteatri romani, consisteva proprio in una lotta con gli animali selvaggi.
Tali spettacoli, di regola, si svolgevano al mattino, e avevano la finalità di preparare emotivamente il pubblico, prima che avessero luogo i combattimenti pomeridiani tra gladiatori.
L’organizzazione delle Venationes era assai complessa: l’arena veniva spesso allestita con piante e scenografie che dovevano richiamare i territori di origine degli animali, mentre questi erano tenuti in gabbie sotterranee poste sotto l’arena, dalle quali sarebbero stati liberati durante lo spettacolo, grazie a piani sollevanti e sistemi di contrappeso.
I venatores, i cacciatori, allenati come i gladiatori in scuole speciali, vestivano armi ed indumenti tipici delle regioni di provenienza delle belve. I lottatori erano in genere prigionieri di guerra, schiavi o condannati a morte ed erano armati solo di lancia e scudo. Non erano tenuti in grande considerazione dagli spettatori, molto più affascinati dal comportamento imprevedibile dell’animale e dalle scenografie.