Siracusa è oggi un prezioso scrigno della memoria che raccorda momenti diversi della sua storia, dai tiranni
siceliòti
fino ai sovrani spagnoli che la scelsero come dimora reale.
La sua origine resta, tuttavia, legata al culto dell’acqua: l’immagine della città siciliana può essere riassunta nel corpo di una donna:
la Venere Anadiòmene
, la dea che sorge dalle acque del mare.
Ortigia è il nome dell’isola che costituisce la parte più antica della città di Siracusa e che delimita il Porto Grande. Proprio l’immagine del grande porto siracusano, strutturato dalla natura in modo tale da essere cinto dalla città stessa, ha identificato l’immagine di Ortigia nella memoria e nelle rappresentazioni degli antichi viaggiatori. Siracusa, è stata avvolta nei secoli da un fascino che ha alimentato la curiosità degli studiosi e degli intellettuali di tutti i tempi.Furono, ad esempio, le parole di
Virgilio
, antico poeta latino, a designare un luogo preciso della topografia di Siracusa:
Ortigia
. Il nome di questa isola, cuore pulsante della città siracusana, deriva dal greco antico ortix, che significa “quaglia“.
La sua storia si racconta nella fitta trama delle sue strade, alla ricerca dei segni del passaggio e della sovrapposizione di culture diverse. Monumenti, palazzi e chiese barocche, costruite sopra le vestigia greche, popolano le vie di Ortigia e si mescolano alle costruzioni medievali, alle atmosfere orientali e alle tracce ebree e arabe. Persino la trama urbanistica dell’isola permette di osservare dall’alto ciò che è evidente camminando al suo interno: su un intreccio di strade lineari di matrice greca, si delineano culture successive, forme curvilinee, deviazioni, che hanno generato un continuum lungo le sottili, quasi invisibili, linee di confine che separano una dominazione dall’altra.