Con un po’ di immaginazione, si può tornare indietro al 1800 quando la chiesa era ancora utilizzata dalle suore e si potevano udire le celebrazioni liturgiche che vi si svolgevano.
Alle messe partecipavano i fedeli e le suore.
Ma c’era un problema! Le suore non potevano essere viste da nessuno, poiché vivevano in clausura. E allora come fare a partecipare alla messa?
Furono realizzare delle tribunette, una sorta di palchetti, provviste di gelosie, delle grate, dietro le quali potevano assistere alle celebrazioni senza essere viste.
Toccare gli oggetti è uno dei nostri istinti e permette di creare immediatamente un legame con ciò che ci si trova davanti.
Toccare la facciata di Santa Chiara consentirebbe di capire la durezza del materiale, la temperatura della pietra, la porosità della superficie (liscia o ruvida), e avremmo in breve tempo moltissime informazioni. Tutto questo, messo in relazione con altri oggetti, fa scoprire le differenze tra un materiale e l’altro.
Le maioliche del pavimento di Santa Chiara, al tatto, si percepiscono più fredde e molto più lisce della facciata. Il legno delle tribunette, invece, si percepisce più caldo sia della pietra arenaria della facciata sia delle maioliche del pavimento e della balaustra.
Nella zona dell’altare si nasconde un capolavoro, il paliotto.
Posto nella parte frontale dell’altare, gli artisti, per la decorazione, si ispirarono alle architetture del periodo rinascimentale. Il risultato fu uno splendido effetto scenografico, amplificato dall’uso degli specchi e impreziosito da materiali come l’ambra e il legno ricoperto con fogli d’argento, poi lavorati ad imitazione dell’oro.
La Luce che lo colpisce crea meravigliosi riflessi di luce che illuminano l’ambiente.