Catania

La badia di Sant’Agata

La chiesa della badia di Sant'Agata è collocata a pochi metri di distanza dalla Cattedrale.

facciata badia di sant'Agata
La Badia di Sant’Agata fu progettata dall’architetto Giovanni Battista Vaccarini. La facciata ha un andamento concesso-concavo-concesso e poggia su un grande basamento in pietra lavica ed è caratterizzato da paraste alte in pietra calcarea. La parte centrale è occupata da un portale d’ingresso incorniciato tra due gruppi di colonne binate in marmo che poggiano su un piedistallo. Le parti convesse presentano aperture sormontate da timpani con decorazioni a rilievo raffiguranti le mammelle di Sant’Agata, simbolo del suo martirio. La parte superiore della facciata è caratterizzata da una fascia di marmo delimitata da una balconata. Dietro di essa si intravede la grande cupola che con i suoi finestroni illumina l’interno della chiesa che presenta una pianta a croce greca.

La badia fu ricostruita dal 1735, a seguito del catastrofico terremoto del 1693, sotto la direzione dell’architetto Giovan Battista Vaccarini che, appena tornato da Roma, si ispirò ad alcuni modelli del barocco romano. L’edificio, situato nella via che costeggia la cattedrale di Sant’Agata, è visibile dalla Piazza Duomo, in un gioco scenografico e di prospettive attraverso il giardino della cattedrale.
La facciata poggia su un grande basamento in pietra lavica ed è caratterizzata da un ordine gigante di paraste in pietra calcarea con capitello a palme e un andamento alternato di superfici convessa-concava-convessa.
dattaglio timpano con mammelle dettaglio portale con colonne binate
Le parti convesse presentano aperture sormontate da timpani con decorazioni a rilievo raffiguranti le mammelle della Vergine Martire. Nella parte concava, invece, è collocato il portale d’ingresso, incorniciato tra due gruppi di colonne binate in marmo disposti su piedistallo.
dettaglio timpano facciataUn elegante frontone racchiude l’intera composizione. La trabeazione curva che si sviluppa sopra le aperture del primo ordine, crea un gioco di luci e ombre che si proiettano sopra le caratteristiche gelosie, che poggiano sopra una decorazione arabescata in pietra.

Esse, sinuose e sporgenti nella loro parte terminale, realizzate in metallo traforato, consentivano alle monache di partecipare alle processioni senza essere viste, grazie alla presenza di due vani, appositamente ideati. Il secondo ordine, invece, è tre volte concavo e termina con una balaustra continua in pietra traforata a maglie intrecciate.

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