All’indomani del tragico terremoto la città venne ricostruita e quando i poteri forti, clero e aristocrazia, chiesero di ricostruire i loro palazzi, fu il barone Asmundo a fare una perfetta divisione dei terreni.
Poiché il cuore della città era rappresentato dalla Cattedrale, nella zona bassa, è li che furono edificati i nuovi palazzi. A destra della chiesa si trovano gli edifici religiosi, il Palazzo Arcivescovile e il Monastero del Santissimo Salvatore; nei terreni a sinistra furono invece costruite le residenze delle più influenti famiglie aristocratiche di Noto, Palazzo Landolina e Palazzo Nicolaci di Villadorata.Quest’ultimo fu eretto tra il 1720 e il 1750 per volontà di
Don Giacomo Nicolaci
, oggi in via Corrado Nicolaci. La questione su chi fosse l’
architetto
non si è ancora risolta, molte sono le ipotesi e poche le certezze. Rimane comunque uno degli edifici più interessanti e sorprendenti di Noto, per gli esuberanti
mensoloni
che sostengono i balconi della facciata e le ringhiere panciute in ferro battuto.